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#98 – Eroe o minaccia?

di Mickey e Fabio Furlanetto

Empire State University.

In una pausa dai preparativi della cerimonia di consegna di dottorato, Peter Parker sta infilando delle monetine nel distributore del caffé del Dipartimento di Scienze quando Emil Sisko gli dà un'inattesa notizia.

-Te ne vai?! - è la sua reazione scomposta, accompagnata dalla caduta di un decino. Spera di aver capito male, perché vorrebbe dire perdere l'unico amico che ha in facoltà.

-Sì, fra un paio di settimane. Giusto il tempo di vederti diventare Dottore di Ricerca.

-E dove te ne vai?

-Monti Adirondack.
-Il Progetto Pegaso?! – trasecola ulteriormente Parker.
-Bravo, lo conosci?

-Se lo conosco? Eh...

Vorrebbe poter raccontare le disavventure capitate da quelle parti a lui e i suoi colleghi supereroi. Si limita a dar voce al suo lato geek:
-...  sarebbe un sogno lavorare lì.

-Infatti non credevo avrebbero risposto al curriculum che ho mandato qualche tempo fa, eppure mi hanno richiamato, ho fatto un colloquio... a insaputa di tutti, sì.... ed è andata bene. Se è un sogno anche per te, perché non ci provi anche tu? Se ingrano, posso farti una lettera di referenze.

-Sei gentile. Se non ci ho mai provato è perché la mia vita è qui.

-Immagino, anche se tua moglie sta comunque sempre in giro per lavorare e fai ancora in tempo prima che May inizi la scuola elementare...

Il tarlo inizia a rodere il cervello di Peter, quando la voce di un bidello lo riporta alla realtà:

-Parker, c'è un tizio che dice di essere un tuo lontano parente che vuole vederti.

-Uh?

Quando hai alle spalle una carriera più che decennale come supereroe, i livelli basali di paranoia conquistano vette alte, basta poco per metterti in allarme.

All'entrata dell'edificio, il dottorando s'imbatte in un ragazzo che gli somiglia incredibilmente, a ben vedere, se si va oltre i capelli neri dal taglio più lungo e la barba dello stesso colore.

-A-A-Abel? Che ci fai qui?
Non è ancora del tutto abituato a chiamare il buon vecchio "Kaine" con il suo nuovo nome, per tacere della sorpresa di vedere il suo primo clone nel contesto dell'università, in abiti civili. ("Primo clone" non dovrebbe essere una locuzione ammessa dalle lingue umane, eppure ha senso per l'Uomo Ragno.)

-Grazie dell'accoglienza, eh. Preferivi ci vedessimo appollaiati di notte sopra un gargoyle, in abiti da lavoro?

-No, no, è solo... mancanza di abitudine. Mi fa sempre piacere vederti, ci mancherebbe. Allora, come mai qui? Vuoi salutare l'imminente dottorando?

-Uhm, non esattamente. Mi portano qui questioni di... lavoro.

-Come temevo. Parla pure.

-Goblin. Non riesco a togliermi dalla testa che Norman si sia rimesso addosso il costume e volteggi in giro sul suo aliante come se niente fosse. Giuro che se non fosse per te...

-Guarda, ti capisco... anche se ho dovuto da tempo venire a patti con l'idea che Osborn sia un uomo libero, il fatto che abbia ripreso vecchie abitudini è solo la goccia che fa traboccare il vaso.
-Ascolta, so che ti ha ucciso la fidanzata e la moglie, ti ha rapito la bambina... sono cose che feriscono anche me. Io la prendo ancora più sul personale perché biasimo lui per tutti i miei primi orribili anni di vita... e per pasticci mentali con Ben che conosci anche tu, ricordo benissimo che ha ucciso anche lui come se avesse ucciso me.[i] A condire il tutto, mettici che per i miei trascorsi ho maturato un... approccio più sanguigno del tuo.

-Capisco tutto, Abel. Che cosa suggerisci di fare?

-So di togliere tempo alla tua famiglia, ma penso sia il caso di rispolverare le buone vecchie ronde, gli appostamenti. Dovremo coglierlo sul fatto quando esce in costume da un suo covo.

-Come mai non l'hai fatto già da solo?

-Perché se lo becco da solo, rischio di riprendere il vecchio vizio di... di spezzare vite umane. Ho bisogno che tu mi freni.

-Va bene. E Felicia in tutto questo..?

-E' impegnata fuori città con un caso complesso. E poi è una questione personale di noi Parker, preferirei non coinvolgerla a prescindere.

-Ok. Come va tra voi due? Siete---?

-Non cambiare argomento.

-Senti, per me possiamo metterci all'opera anche stanotte stessa. Mary Jane ha delle riprese a Vancouver in questi giorni e ha portato la bambina con sé, caschi a fagiolo.

-In realtà mi sono fatto avanti proprio perché lo sapevo.

-Ci hai preso gusto a fare il detective privato, eh? Per quanto non impazzisco per l’idea che tu mi tenga sotto controllo, non sono stato con le mani in mano neanch'io; non so tu, ma ho una carta da giocare per beccare Norman con le pive nel sacco...

-La tua protetta Catalyst – annuisce Abel.

-Se continui a fare il super-detective dovrai metterti un mantello, sai?

-Leggo i giornali, Peter. Solo non credevo tu fossi il tipo da prenderti una spalla, a meno che non ci sia sotto qualcosa di più. Come va tra te e Mary Jane due? Siete---?

-Ti diverti ad essere insopportabilmente irriverente, vero?

-Senti chi parla.
-Ascolta, chiudo delle faccende e ci becchiamo più tardi in costume, ok? Fatti un giro per il campus, ci sono tante belle studentesse... tanto tu e Felicia siete una coppia aperta, no?

Peter Parker ha approfittato della sua velocità ragnesca per dileguarsi e sfuggire all'acida risposta del suo clone.

 

In una località introvabile di New York

Mysterio è alquanto eccitato di aver rimesso radici nella Grande Mela. L'esperimento sulla costa ovest non è andato poi così bene, se si guarda alla sua carriera criminale: il Signore del Crimine e il nuovo Hobgoblin sono stati massacrati dal Punitore, i nuovi Sinistri Sei sono stati sconfitti dal Ragno Rosso e i suoi alleati.[ii] Di contro, lui è l'unico membro dell'organizzazione ad essere ancora vivo e a piede libero e la parte di lui che cova un contorto senso di giustizia è appagato del destino che è stato riservato ai suoi temporanei soci.

Ha lasciato San Francisco in fretta e furia per tornare nella sua città. Non gli ci è voluto molto per trovare una casa sfitta, in posizione strategica, da occupare abusivamente con i suoi scarni effetti personali e le sue ricche strumentazioni.

Mancano gli ultimi dettagli da sistemare, prima di avviare il tanto rimandato confronto con l'Uomo Ragno. Nemmeno Goblin, lo Sciacallo o Octopus gli hanno procurato la disperazione che sta per procurargli lui.

 

Al tramonto, nelle vicinanze del campus

Per gli abitanti di New York in generale e gli studenti dell’Empire State in particolare, ormai vedere l’Uomo Ragno lanciarsi da una ragnatela all’altra è una cosa normale. E’ molto più insolito vederne due: il primo con il classico costume rosso e blu, l’altro con il costume nero che i più ormai associano a Venom. In realtà si tratta del Ragno Nero, sotto la cui maschera si cela Abel Fitzpatrick, al secolo Kaine, al secolo clone di Peter Parker.

-Fammi capire: se Catalyst ha scoperto il covo di Goblin, cosa aspetti!? – chiede il Ragno Nero. Attendere che il suo fratello genetico si liberasse delle sue incombenze civili non ha giovato alla sua pazienza e alla sua comprensione, anche se non ammetterà mai di aver seguito il consiglio sulle ragazze.

-Non esattamente, ha solo scoperto che si trova nelle vicinanze di un impianto chimico.[iii]

-Indizi di qualità, vedo. Cos’altro ha scoperto, che Hulk ha problemi di controllo della rabbia?

-Hai qualcosa contro Catalyst o ti diverti a farmi saltare i nervi, Abel?

-Un po’ di tutti e due. Considerato quanto tempo ci avete messo ad incastrare il Coordinatore, tanto valeva aspettare che Hood lo facesse fuori assieme agli altri... per quanto mi riguarda, quel tipo ci ha fatto un piacere. [iv]

-Lo sai che mi dà fastidio sentirti parlare così. E sai ancora meglio che non abbiamo risolto un bel niente. A parte che, guarda caso, i pezzi grossi come Fisk e il Coordinatore l'hanno scampata, sappiamo che nel giro di un mese ci saranno nuovi capi della malavita a sostituire quelli vecchi, con l'ennesima guerra tra bande per la conquista dei posti liberati.

-Punto per te. Sta di fatto che abbiamo entrambi sottovalutato questo Hood.

-Sì, mi sono adagiato sul fatto che se ne stessero occupando... altri.

-Sai che novità.

-E questo che vorrebbe dire!?

-Hai mai fatto caso al fatto che combatti sempre i soliti criminali, Peter?

-Forse perché ho cinque volte il numero di nemici di ogni altro super-eroe!

-O forse perché hai cominciato a considerare il costume come un hobby, qualcosa da fare quando trovi il tempo.

-Ho una mia vita, Abel. Una famiglia, un lavoro. Non posso lasciare che l’ossessione mi divori.

-Hai delle scuse per non prenderti la responsabilità dei tuoi poteri.

-Se fosse così, adesso sarei su un aereo per raggiungere mia moglie e mia figlia, invece di dare la caccia ad uno psicopatico in compagnia di un vigilante. Cos’altro vuoi da me!?

-Mettere fine alla minaccia di Goblin, una volta per tutte.

-Non ho intenzione di ucciderlo, se è questo che intendi. Né di lasciare che sia tu a farlo.

Considerato che entrambi i ragni sono Peter Parker, il fatto che il loro viaggio continui senza che nessuno dei due apra più bocca fa capire ad entrambi che non sarà un’alleanza facile.

 

In una palazzina di Manhattan

Irene Merryweather sta rientrando a casa dopo una lunga giornata di lavoro. E' stanca ma alquanto soddisfatta sui progressi della sua inchiesta su Catalyst. Il cerchio si è stretto intorno a lei; non è riuscita a parlare proprio con una certa Maureen Goodwin, che è stata coinvolta in un incidente con l'Uomo Ragno poco prima dell'esordio della supereroina e che, guarda caso, avrebbe la stessa corporatura. La giornalista del Daily Bugle sobbalza quando dalla penombra del pianerottolo si staglia la figura dell'oggetto della sua ricerca.

-Catalyst!!!

-Salve, signorina Merryweather- dice la ragazza in costume, con una voce troppo profonda per essere umana – Non voglio spaventarla con questa voce, ma è una misura precauzionale che devo prendere per la mia privacy. Sto modificando l'azoto molecolare nell'aria che respiro in esafluoruro di zolfo: come respirare elio, ma con l’effetto opposto. Potrei renderlo anidride carbonica, che in percentuale dell'ottanta per cento non è un toccasana. O potrei trasformarlo in cianuro, per dire.

Le mani di Irene lasciano cadere le chiavi di casa sul pavimento.

-E'... una minaccia?

-Non mi fraintenda. Difendo la democrazia e la libertà di stampa. Di contro, difendo il mio diritto ad avere un'identità segreta.

-Quindi le mie ricerche devono essersi avvicinate alla verità.

-Le sue ricerche devono interrompersi. Quello che posso offrire in cambio è un canale preferenziale per eventuali notizie che riguardano la mia attività di supereroina. Devo avvisarla, però, che rischia di rimanere delusa, perché non è un genere di vita che intendo proseguire con costanza.

-Mi trovo d'accordo. Un vero supereroe non arriverebbe mai a minacciare di morte una giornalista.

-Con il potere che mi ritrovo, potrei diventare la donna più ricca del mondo in breve tempo, potrei addirittura trovare il modo di usarlo per conquistare il Paese. Le assicuro che non sentirà parlare di me in questi termini. Intendo usare il mio dono per fare del bene.

-Penso che anche il Dottor Destino si esprima in questi termini parlando di quello che fa.
Da dietro la maschera, Maureen Goodwin le lancia un'occhiata risentita, prima di congedarsi:

-Buona serata, signorina Merryweather.

La giornalista ha un calo improvviso della vista, dettato da un cambiamento di elementi nell'atmosfera intorno a lei.

Quando può respirare a a pieni polmoni del sano ossigeno e il capogiro s'interrompe, di Catalyst non c'è più ombra.
E Maureen
Goodwin, sul tetto del palazzo, si chiede quanto sarebbe deluso l'Uomo Ragno se sapesse di che cosa è stata capace questa sera.

 

Daily Bugle Building

Abel Fitzpatrick ha mandato un messaggio criptato a Betty Brant.  Volteggiando, gli arrampicamuri si sono assicurati che la reporter fosse in redazione e, adesso, entrambi sono sul tetto del grattacielo in attesa di essere ricevuti. Per la gioia di J. Jonah Jameson.

-Comunque non mi piace che tu chieda informazioni ai miei amici dietro le mie spalle - si toglie il sassolino dalla scarpa Peter.

-E a me non piace perdere tempo. Se vogliamo dirla tutta, per la proprietà transitiva, sono anche miei amici.

-Se devi rispolverare il tuo lato nerd, fallo bene...

La discussione viene fortunosamente troncata dall'apertura della porta che dà accesso al tetto, da cui fuoriescono due figure femminili.

-Lei è con me- avverte con le mani alzate Betty -Stavolta mi sono portata compagnia, piuttosto che una pistola.

-Non c'è problema. Sono felice di rivederla al lavoro, signorina Yin - la accoglie l'Uomo Ragno, con la voce più camuffata che riesce a fare.

-Non ho avuto più tue notizie - va al dunque il Ragno Nero, all'indirizzo della Brant - ne deduco che non hai trovato nessuna informazione su Goblin..?

-Ammetto che è così, è una cosa molto frustrante.

-Grazie lo stesso, ce la sbrigheremo da soli.

-Aspettate! - li ferma Angela Yin.

-Cosa? Tu hai informazioni?

-Forse sì, forse no. Non avevo idea dei vostri accordi, eppure stavo indagando per conto mio su Goblin. Betty e l'Uomo Ragno possono immaginare il motivo.

Vale a dire, che Goblin ha ucciso davanti ai suoi occhi il Ragno di Sangue, il suo ex ragazzo.

-Poi me lo spiegate quando non avrò proprio niente di meglio da fare. Quindi?

-Ho passato in rassegna i suoi crimini, cercando di capire se agiva secondo uno schema. E’ sempre intervenuto per fermare dei crimini violenti, lasciando in bella vista i cadaveri... con una eccezione: l’esplosione all’ufficio IRS del mese scorso. [v]

-Non ricordo di averne sentito parlare – ammette l’Uomo Ragno.

-Era in un servizio in quinta pagina del Daily Bugle – ricorda il Ragno Nero.

-Leggi i giornali?

-No, ma leggo il Bugle. Mi sorprende piuttosto che tu non l’abbia letto.

-Sono sicuro che se l’articolo avesse citato Goblin me lo ricorderei!

-La testimonianza non era abbastanza attendibile e JJJ non ha voluto includere quel dettaglio – rivela Betty.

-Tutto molto interessante, ma se l’indizio è che Goblin è qualcuno che vuol far saltare per aria l’agenzia delle tasse! – scherza l’Uomo Ragno.

-Quell’esplosione era completamente al di fuori del suo modus operandi, quindi molto sospetta. Per fortuna ho un contatto nell’IRS che mi ha fornito qualcosa di interessante: un elenco delle aziende sottoposte ad audit da parte di quell’ufficio – spiega Angela.

-C’è per caso un’azienda chimica all’interno di quella lista? – chiede l’Uomo Ragno.

-Fammi controllare – risponde Angela, controllando il file sul proprio laptop.

-A meno che tu non voglia incastrare Goblin per evasione fiscale, mi sfugge a cosa ci serve tutto questo – si lamenta il Ragno Nero.

-I criminali del calibro di Goblin non si costruiscono da soli i propri covi segreti, li acquistano tramite società di comodo. Forse si è lasciato scappare qualcosa.

-Siamo a New York, hai idea di quanto potrebbe essere lunga quella lista!?

-Restringendo il campo alle aziende chimiche, sono cinque. E no, prima che me lo chiediate, la Osborn non è tra quelle – risponde scoraggiata Angela.

-Non è un indirizzo, ma meglio di niente. Ci dividiamo la ricerca? – chiede il Ragno Nero.

-Non serve. Goblin è alla Isodyne Chemicals – dice il suo analogo con assoluta certezza.

-Come accidenti fai a saperlo!?

-E' il colmo se Goblin si è fatto un covo in un'industra concorrente alla Oscorp Chemicals - commenta Betty.
-Un colmo che sarebbe molto nel suo stile perverso – dice Kaine – Ma come hai fatto a restringere il campo? Anche le altre sono concorrenti della Oscorp, no?

-Non quanto la Isodyne, e soprattutto solo loro producono alcuni dei composti usati da Goblin per la fabbricazione delle sue bombe-zucca.

-Sai una cosa del genere a memoria? – si insospettisce Betty.

-I vantaggi di avere un ragno-computer. Grazie, ragazze, adesso possiamo lavorare con maggiore cognizione di causa.

-Grazie a voi per quello che fate - rimpalla Angela Yin. Prende l'Uomo Ragno per le spalle e lo guarda dritto nelle lenti della maschera -Sento che se vi avrò aiutato in qualche modo a incastrare Goblin, avrò un senso di chiusura e potrò lasciarmi tutto alle spalle.
-Te lo auguro - si congeda l'arrampicamuri.

 

Isodyne Chemicals

Grazie al senso del pericolo, per i due tessiragnatele è un gioco da ragazzi superare le misure di sicurezza a difesa di questo modesto complesso chimico, retaggio di un'azienza che poteva avere un nome decenni prima. Non è un caso se Goblin può averci impunemente ricavato un covo.

-Se utilizzassimo le nostre facoltà per fare i ladri, saremmo più ricchi di Kingpin.

-Faccio finta di non aver ascoltato. Diamoci da fare.

Bastano pochi minuti nel seguire i sentieri più battuti nel complesso per risalire ai locali più sospettosamente frequentati del complesso. Con la forza di quattro braccia superumane, la porta d'accesso viene sradicata dai suoi infissi.
Non esplode nessuna bomba, ma...

-Ho un leggero pizzicore, avremo fatto scattare qualche allarme - fa notare l'Uomo Ragno. Non ha ancora ben chiaro se il suo clone ha recuperato o meno il tradizionale Senso di Ragno, visto che ogni tanto soffre di premonizioni, perciò nel dubbio glielo fa sapere.
-Come minimo.
I due intrusi iniziano a rovistare nel covo, zeppo di intrugli chimici e armi tipiche del Folletto Verde.

-Sì, qui ce n'è abbastanza per sbugiardare Norman Osborn.

-Dobbiamo stare attenti a non inquinare le prove, o ne esce pulito come dopo l'ultimo processo - mette in guardia Peter.

Il senso del pericolo di entrambi, nonostante le reciproche interferenze, scatta a sufficienza da farli voltare verso l'ingresso e farli preparare a combattere. Infatti, accompagnato dal ronzio del suo aliante, Goblin sta planando all'ingresso del suo covo:

-Due ragni come ospiti... quale onore.
-Due ragni e un Goblin... sai che finirà male - minaccia il Ragno Nero.

-Sì, probabilità a vostro sfavore: l'ultima volta che un Folletto Verde ha affrontato due Uomini Ragno, uno dei due è morto.

Il riferimento all'assassinio di Ben Reilly è lampante per chi ascolta. Kaine sta per scattare come una belva feroce e viene fermato solo dal braccio teso del Parker originale, che rincara la dose:
-Quindi ammetti quello che hai fatto, di essere chi diciamo tu sia.

-Non ho ammesso nulla, non ho detto niente che non potete trovare negli archivi del Daily Bugle.

-Osborn, basta con questa farsa. Abbiamo le prove che ci sia tu dietro la maschera. Arrenditi.

-Uhm, secondo quale principio? Non hanno varato una legge che vieta di andare in giro in costume, mentre voi state violando una proprietà privata.

-Vero, ma tu hai un ordine restrittivo di un giudice che avrebbe dovuto impedirti di assumere il Siero di Goblin o rivestirne i panni.

-Che buona memoria, arrampicamuri. Ora, che intenzioni avete? Io non ho nessun interesse a combattervi. Siamo dalla stessa parte, adesso.
-Non dirlo neanche per scherzo. Nella migliore delle ipotesi, ti atteggi a nuovo Flagello dei Criminali!

-Facile denigrarmi, per te, Uomo Ragno, ma tu che cosa stai facendo per questa città? Te lo riconosco, hai smascherato Kingsley. Ma il Coordinatore, la Camaleonte, Murmur... Octopus, Shocker... sono tutti a piede libero! Ti sei forse dato da fare?

-Io...

-Io ho saputo dalle mie fonti che Octavius ha lasciato lo Stato e che Schulz potrebbe aver lasciato il Paese. Se non ti fossi adagiato sugli allori nell'immediato delle loro sconfitte... O, meglio ancora, se avessi avuto il fegato di fare quello che andava fatto sin dall'inizio...

-Vale a dire? Ucciderli?

-Esatto.

-Se mi comportassi così, saresti morto da dieci anni almeno.

-Magari sarebbe stato un bene per tutti. Magari ora non sentirei il bisogno di... espiare.

-A chi la vuoi dare a bere?

-Magari Gwen Stacy sarebbe viva.

 

E’ l’ultima goccia. Qualcosa nella mente di Peter Parker scatta, ed i suoi muscoli reagiscono di conseguenza. Goblin non vede nemmeno arrivare il pugno e non ha il tempo di prepararsi: il colpo lo disarciona dall’aliante, scagliandolo verso il perimetro del complesso. Non si perde certo d’animo per questo, puntando il dito contro l’Uomo Ragno e preparandosi a scatenare una letale scarica elettrica dal guanto... o meglio gli punterebbe il dito contro se solo l’Uomo Ragno non si fosse già spostato prima del tempo.

-Non questa volta – dice l’arrampicamuri, usando una mano per tessere la ragnatela che blocca le mani di Goblin e l’altra per strappargli la borsa carica di bombe-zucca. La lancia verso il Ragno Nero, che si libera del carico di esplosivi quando l’Uomo Ragno e Goblin toccano terra... il primo atterrando con grazia felina, il secondo sfracellandosi.

-Ancora non hai imparato che non si può mettere al tappeto Goblin!? – chiede il folletto verde, estraendo una dozzina di razorang dalla cintura usando l’unica mano libera. A questa distanza, e con la forza con cui sono stati scagliati, nemmeno l’Uomo Ragno può evitarli tutti; per sua fortuna non deve farlo, perché una ragnatela del Ragno Nero si prende cura di metà di quelle lame a forma di pipistrello.

-E tu non hai imparato che non puoi vincere contro uno di noi, figuriamoci contro entrambi – dice il Ragno Nero, colpendo Goblin con un gancio destro.

Goblin stringe i pugni, portando al massimo l’energia generata dai propri guanti, al punto da sciogliere la ragnatela che intrappolava una delle sue mani. I due Ragni saltano verso di lui per continuare la battaglia, ma questa volta Goblin è pronto: i suoi guanti rilasciano scariche in ogni direzione, e solo l’agilità proporzionale di un ragno permette ai suoi avversari di mettersi in salvo.

-Pensi che siamo tanto diversi!? Entrambi vogliamo il bene di questa città, entrambi vogliamo liberarla dai parassiti che la infestano!!!

-L’unico parassita che vedo qui sei tu – risponde il Ragno Nero, riparandosi con uno scudo di ragnatela dalle scariche per attaccare a testa bassa. L’istinto dell’Uomo Ragno è di fare altrettanto, ma il Senso di Ragno lo frena; a differenza del Ragno Nero, la rabbia non ha completamente accecato il suo sesto senso.

Goblin incassa i pugni del Ragno Nero, concentrando la propria attenzione su qualcosa che il suo avversario non ha ancora notato: il suo aliante, comandato ciberneticamente, che sta sfrecciando alla massima velocità verso di loro. L’Uomo Ragno cerca di fermarlo tessendo una ragnatela, ma senza successo: la tela si dissolve non appena tocca la nuvola di fumo avvolge l’aliante. Quando il Ragno Nero si accorge di quello che sta avvenendo alle sue spalle, è troppo tardi: l’aliante lo colpisce alla schiena, con forza sufficiente da scagliarlo contro il muro più vicino.

-Kaine!!! – esclama l’Uomo Ragno, dimenticando per un istante ogni complicazione di identità segreta e scambi di memorie: quello è suo fratello, ed ha bisogno di lui. Goblin non aspettava altro che questa debolezza: mentre l’Uomo Ragno raggiunge il Ragno Nero, il folletto estrae una bomba-zucca da uno scompartimento dell’aliante.

-Peter... idiota... non pensare a me – fatica a dire il Ragno Nero. La distrazione perfetta per Goblin, che sfrutta questo momento per scagliare una bomba-zucca che avvolge entrambi gli avversari in una densa nuvola di fumo verde. L’Uomo Ragno cerca di lanciare una ragnatela contro Goblin, ma scopre di non riuscire a farlo: non riesce a muovere la mano per azionare il lancia-ragnatele, ma non solo.

-Non... non riesco a muovere un muscolo – commenta.

-E vedo che neanche questo è sufficiente a farti stare zitto. Ma ho una soluzione al problema – risponde Goblin, recuperando uno dei pipistrelli caduti a terra ed appoggiandolo alla gola del Ragno Nero.

-Con il vostro metabolismo, entrambi recuperereste le funzioni motorie in breve tempo... se ve lo lasciassi fare.

-Allora cosa stai aspettando, Osborn? Meglio morire che sentire la tua stupida voce per un altro secondo – risponde con sdegno il Ragno Nero.

-Siete ancora convinti che io sia il Goblin che conoscete. Che sia motivato solo dalla sete di vendetta e di potere, che sia uno squilibrato serial killer.

-Nessuno può cambiare così tanto. Un assassino resta sempre un assassino.

-Compreso tu, Ragno Nero? Le voci circolano. Si dice che tu sia un vigilante proprio come me.

-Io e te non abbiamo assolutamente nulla in comune!!! – risponde il Ragno Nero, avvicinandosi a Goblin quanto basta per afferrarlo per la gola e sollevarlo da terra con una mano sola.

-Avresti dovuto ucciderci quando ne avevi l’occasione – dice, preparandosi a tornare a prendere a pugni Goblin... se l’Uomo Ragno non ne avesse afferrato il polso.

-Ma non l’ha fatto – chiarisce l’arrampicamuri.

-Come?

-Ha avuto l’occasione di ucciderci entrambi e non l’ha fatto. Non è da Osborn – decide l’Uomo Ragno.

-Stai scherzando, vero!? Forse credeva che l’effetto del gas sarebbe durato più a lungo!!!

-O forse non è lo stesso Goblin che conosciamo. Tu non sei più Kaine, del resto.

-Non puoi paragonare me a lui! Hai i miei stessi ricordi, lo sai quanto siamo diversi.

-E tu hai i miei. Sai quanto siamo diversi io e te, e non lascerò che tu lo uccida.

-Dopo tutto quello che è successo hai davvero intenzione di lasciarlo a piede libero!?

-No. Dev’essere assicurato alla giustizia, ma non spetta a noi giustiziarlo.

-Sono d’accordo con una delle due cose – commenta Goblin, proprio mentre il terreno trema per una potente esplosione. I due ragni si guardano attorno, distratti dai segnali di pericolo provenienti da direzioni multiple: l’intero complesso chimico sta saltando per aria. E’ l’occasione giusta perché Goblin riesca a liberarsi, usando il razorang che tiene ancora in mano per tagliare il lanciaragnatele del Ragno Nero: mentre quest’ultimo cerca di gestire la ragnatela che si espande in modo incontrollabile, Goblin corre verso il proprio aliante... solo per trovarsi di fronte l’Uomo Ragno.

I due si fissano per qualche secondo, mentre le esplosioni attorno a loro continuano.

-Sapevi che eravamo sulle tracce del tuo covo. Eri qui solo per eliminare le prove... e un concorrente per la Osborn Chemicals  – capisce l’Uomo Ragno.

-Hai tempo per salvare il Ragno Nero ed arginare l’incendio. Ma non se mi insegui – risponde Goblin.

-Sai che questo non mi impedirà di darti la caccia. Che cosa vuoi davvero, Goblin?

-Una tregua, simile a quella che hai con il Punitore. Tolleri il suo operato, perché non il mio?

-Perché non ho avuto modo di arrestarlo. Non approvo gli assassini, non importa chi uccidono.

-Ed io non posso lavorare con te alle calcagna. Facciamo un patto: lasciami in pace e non ucciderò più nessuno; ripulire la città è troppo importante perché lasci che la tua stupida morale mi fermi.

-E perché dovrei crederti, esattamente?

-Perché getteresti via l’unico modo per mettere fine ad un circolo infinito.

La tentazione di prenderlo a pugni è indescrivibile. Un tempo avrebbe dato a Kaine la stessa probabilità di cambiare così tanto, praticamente zero. Ma oggi...

-Ti terrò d’occhio, Goblin. Nell’istante in cui verrai meno al nostro patto, sarai un uomo morto – risponde l’Uomo Ragno, proteggendosi gli occhi dal lampo di un’esplosione; quando si volta, Goblin è sparito.

 

Nell'appartamento collegato all'agenzia investigativa Cat's Eye

Nella casa che condivide con l'assente Felicia Hardy, Abel Fitzpatrick ha aperto la cassetta del pronto soccorso e si sta facendo aiutare da suo fratello a medicare la ferita dell'aliante, nel mentre butta giù sorsi di una birra gelata da dodici gradi.

-Io non sono tosto come te, mi starei già lamentando del bruciore - confessa Peter Parker, incollando la garza col nastro adesivo bianco.
-Questo perché ti atteggi da astemio.

-L'aranciata va benissimo per reidratarmi, tranquillo - beve un goccio da una lattina arancione.

Sul tavolo ci sono anche del formaggio gommoso, dei wurstel e delle barrette di cioccolato.

-Questa è la tua alimentazione quando manca la donna di casa? - domanda Peter, pur non lesinando di sbocconcellare qualcosa.

-Domani vado a fare la spesa. E' più deluso il tuo stomaco in questo momento o il tuo cuore?

-Uh? Oh, se ti riferisci a quello che è successo, è normale che sono frustrato dall'aver perso uno scontro contro Goblin. Non è un avversario qualsiasi.

-Lo chiami ancora «avversario», dopo aver fermato la mia mano, dopo aver sancito una tregua blasfema.
-Hai ragione, la diffidenza non potrà mai svanire del tutto. Speriamo mantenga la sua parola, l'ho sentito cambiato come non mai.

-Se Norman Osborn si fosse veramente redento, in un certo potresti fregartene dello scontro di per sé, perché potresti aver ottenuto la più grande vittoria della tua carriera.

-Dici? Allora brindiamo alla mia più grande vittoria - alza la lattina di aranciata, pronta a tintinnare contro la bottiglia di birra.
-Un brindisi con una bibita analcolica... che tristezza - si adegua Abel. -Alla tua probabile maggiore vittoria..!

 

Nei sotterranei della Wave Tower

Non se ne possono rendere conto, ma i Ragni hanno ottenuto una vittoria: a Goblin non rimangono più altri covi sparsi per la città, sono stati tutti bruciati - letteralmente o meno. Gli rimane solo l'ultimo avamposto, nascosto in bella vista in un box auto sotto il grattacielo in cui abita Norman Osborn.

Il miliardario vi entra dopo un riconoscimento retinico, ne approfitta per medicarsi e lavarsi, per fare un inventario del suo armamentario superstite.

Di contro, i Ragni hanno fatto un enorme passo falso.

Hanno pasticciato così tanto con la sua mente, per proteggere le proprie identità segrete, che nemmeno loro riescono a star dietro a che cosa lui ricordi effettivamente.
Hanno abbassato la guardia e adesso Norman ha la conferma che dietro la maschera del Ragno Nero si nasconde Kaine, il serial killer che aveva fatto incastrare Peter Parker per i propri crimini, a costo di modificare le proprie impronte digitali... nonché primo clone dell'Uomo Ragno, no..?
«Abbiamo gli stessi ricordi», ha detto l'arrampicamuri. Tutto comincia a tornare.
Una parete del covo è costellata di foto di Peter Parker, Gwen Stacy, Miles Warren, Ben Reilly, May Parker, l'Uomo Ragno, il Ragno Rosso, il Ragno Nero, Kaine, e di ritagli di giornali, di stralci di verbali e di sentenze, tutti collegati tra loro in modo paranoide. Con soddisfazione, Norman Osborn stacca le punes che trattengono l'immagine del Ragno Nero e la ripone accanto a Kaine, collegando gli spaghi che ormai puntano dritti a Peter Parker.

Presto o tardi ne verrà a capo.

 

Nel prossimo episodio...
E se affrontare Goblin fa tremare i polsi, la discussione della tesi di dottorato non è da meno per l'Uomo Ragno. Riuscirà il nostro eroe a diventare il Dottor Parker?
In chiusura, il finale più scioccante dai tempi di "Tu sei il clone... io sono l'originale!".

#RoadTo100

 

Note

Potete rivedere Goblin in azione sulle pagine di Iron Man del nostro supervisore Carlo M., con particolare attenzione al #88, che a livello cronologico si colloca in seguito alla storia che avete appena letto.

 



[i] Per motivi complessi da riassumere, dopo il suo ritorno in vita Ben Reilly (il Ragno Rosso) ha condiviso il corpo di Kaine nelle prime quattro raccolte (Ultimate Edition) di questa serie.

[ii] Un riassunto degli eventi culminati su Ragno Rosso #29-30 di Carmelo M. e Mickey.

[iii] Nel numero scorso.

[iv] Si parla della strage di boss della malavita occorsa su Occhio di Falco #23-24 di Carmelo M.

[v] Internal Revenue Service, l’agenzia delle tasse americana